Di cenere e di vento




Scolamiero persegue fedelmente la veridicità dell’immagine naturalistica, fissandone sulla tela le impronte indelebili dei singoli frammenti. Emergono dal buio di una tela scura i ricordi di fiori stilizzati a china, lievi riflessi della mente, forme dettagliate che necessitano, per emergere, di essere scoperte. Non spoglie, ma asciutte figure dalla potente carica mistica, paiono svelate attraverso lastre fotografiche al negativo. L’originale tecnica pittorica impiegata, attraverso regolari e delicate pennellate di copertura, esalta i volumi delle sottostanti forme sinuose della natura e pare stendere un trasparente velo d’organza su ogni singola sagoma. Velo, a detta del filosofo Bergson, spesso, per gli uomini comuni, leggero, quasi trasparente per l’artista ed il poeta. C’è chi ha sostenuto, infatti, che la natura concede ai soli artisti una differente capacità d’osservazione del reale, tale da consentir loro di rivelare ai comuni mortali la vista di qualcosa di nuovo e straordinario. Ed è proprio oltre quel velo, che si realizza la forma pittorica, fitto tessuto di ritrovati segni.

Maria Letizia Bixio
Roma 2009

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