In un giro di vento
In un giro di vento, galleria Dell’Oro, Roma
In un giro di vento, Scolamiero ha voluto intitolare questo momento pubblico. La levità, l’impalpabilità, lo scorrere del tempo nell’aria, dunque, sono le suggestioni in cui ha voluto leggere i suoi lavori e il suo stato d’animo…Pochi come lui percepiscono lo spazio in tutta la sua estensione, profondità e coerenza interna. Ogni forma vi si colloca nel posto prescelto, l’unico possibile; ogni angolo si espande a segnare i confini di un mondo conchiuso e noto; ogni piano di appoggio accoglie le masse restituendo loro l’esatto peso e riportandone l’ombra nella giusta lunghezza e densità. Ha sempre costruito spazi, Scolamiero, come un architetto rinascimentale. Ma poi ha lasciato che quei cubi di aria e luce contenessero liberamente l’estrema varietà del mondo sensibile. E quella varietà di corpi, nel tempo, s’è smaterializzata, ha preso a fluttuare, a divenire fuscello, piuma, goccia, petalo, raggio di sole, brezza, rugiada. Una brezza leggera che soffia in una soda scatola spaziale? È possibile? Qual è davvero il linguaggio di Vincenzo Scolamiero? Le opere di Scolamiero costringono alla sosta e ricordano il tempo lungo e laborioso dell’esecuzione, il processo epifanico che ad esse ha dato un volto. E poi la fatica e il raccoglimento di chi le ha create. Uno sforzo che ci appare etico, prima che estetico.
Francesca Bottari 2008